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Bender: «Con Inglorious Basterds Tarantino ha dato tutto sè stesso»

di Daniela Roveda

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13 maggio 2009
Lawrence Bender (Foto Afp)

Senz'ombra di modestia, Quentin Tarantino ha definito "Inglorious Basterds", in concorso al Festival di Cannes, il suo capolavoro. Lawrence Bender, il produtture di quasi tutti i suoi film da "Reservoir Dogs" a "Pulp Fiction" a "Kill Bill", era freneticamente al lavoro per ritoccare il colore e il sonoro e finire il film in tempo per il concorso quando gli abbiamo parlato venerdi' mattina a Los Angeles.

E' d'accordo nel definire il film un capolavoro?
Non sta a me giudicare se si tratti di un capolavoro, il verdetto spetta alla critica e al pubblico. Ma posso dire che questo e' il miglior film in assoluto di Quentin. Questa volta Quentin ha dato tutto se' stesso, il copione e' eccezionale, il cast di prima qualita', la regia veramente professionale.

Tarantino si e' ispirato al film di Enzo Castellari "Quel maledetto treno blindato" del 1978 il cui titolo americano e' "Inglorious Bastards" e che si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale. In che cosa sono simili?
Per la verita' in molto poco. Tarantino e' un fan dei film degli anni '70 e di Castellari in particolare. E gli e' sempre piaciuto quel titolo, ma per motivi legali non l'abbiamo potuto usare. Per questo abbiamo scelto una doppia storpiatura, "inglourious" per "inglorious" e "basterds" per "bastards". Il fatto che entrambi i film si svolgano durante la seconda Guerra mondiale e' una coincidenza. E sempre per fare omaggio a Enzo (Castellari), anche lui ha una piccola apparizione nel film.

Come mai un film sulla Seconda Guerra Mondiale, un filone che e' stato rivisitato ultimamente da molti registi? Non si tratta di una scelta insolita per un regista come tarantino che ha ambientato i suoi film sempre nel presente?
In verita' Quentin ha iniziato a lavorare a questo film dieci anni fa, ben prima dell'uscita di "Lettere from Iwo Jima" e "Flags of Our Fathers" di Clint Eastwood o "Operazione Valchiria" di Bryan Singer. L'ha messo da parte per girare i due "Kill Bill", e' ha deciso di tornarci sopra il gennaio dell'anno scorso. In aprile l'aveva finito. E voglio sottolineare che questo non puo' definirsi un altro film sulla Seconda Guerra Mondiale. Un film cosi' sulla guerra non si e' mai visto prima.

In che senso?
Provate a immaginare lo stile Tarantino, al confine tra il serio e la farsa, con quel tipo di dialogo quasi surreale, e trasferirlo nella Francia occupata dai nazisti. E' da vedere per crederci.

Il film comunque tratta di argomenti piu' che seri.
Nel film una banda di soldati americani di origine ebraica, noti come "The Basterds", vanno a caccia di nazisti nella Francia occupata, e dopo la cattura li sottopongono a torture di inusitata efferatezza, smembramenti, sventramenti, scotennamenti. E lasciano sempre almeno un testimone vivo per raccontare l'accaduto. E' una forma di guerra psicologica: quando il nemico preferisce morire che essere catturato vivo, la guerra - almeno quella mentale - e' vinta.

E' forse il caso che Tarantino voglia trattare argomenti piu' impegnati?
In un certo senso Quentin e' rimasto lo stesso di un tempo, ma in molti altri e' maturato e questo film ha indubbiamente un maggiore spessore. La maturazione e' evidente anche dal punto di vista stilistico, all'istinto cinematografico si e' aggiunta una professionalita' che viene con l'esperienza. Ai tempi di "Le iene", il suo primo film che ho prodotto nel 1992, Quentin era la persona con meno esperienza di tutte sul set; oggi la sua competenza copre ogni aspetto della tecnica cinematografica.

"Inglorious Basterds" e' stato girato a tempo record, e' infatti a cinque giorni dall'inizio del Festival di Cannes (13 maggio) non e' ancora finito. Come mai questa fretta?
Tarantino ci ha messo tre mesi per scrivere la sceneggiatura, me l'ha portata il 2 luglio dell'anno scorso e appena ho finito di leggerla mi ha chiesto: «Ce la faremo a finirlo in tempo per Cannes?» Solo se ci mettiamo al lavoro domani mattina, gli ho detto. Ci siamo rimboccati le maniche e siamo riusciti a mettere insieme i finanziamenti e un cast d' eccezione - Brad Pitt, Mike Myers, Samuel Jackson, Diane Kruger - in sole 14 settimane. Le riprese sono iniziate in autunno in Germania e in Francia, e siamo riusciti a finire tutto in un tempo record di 83 giorni.

Perche' e' cosi' importante presentarlo a Cannes?
Cannes e' il festival che ha lanciato l'astro di Quentin Tarantino 15 anni fa, quando ha insignito "Pulp Fiction" della Palma d'oro. Ed e' il festival dove si riunisce la crema dei critici cinematografici internazionali, dove si recano i migliori registi del mondo. Ricevere l'imprimatur di Cannes e' un onore ineguagliabile. E per me e Quentin, Cannes e' una seconda patria. Daniela Roveda

13 maggio 2009
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